Di Astrid Fataki
La Commissione Indipendente della Conferenza Episcopale belga si è finalmente espressa sulle accuse di pedofilia che negli ultimi mesi hanno scandalizzato il mondo intero. Incaricata d'indagare sui fatti, ha oggi, divulgato, integralmente, il rapporto con le testimonianze delle vittime, ovviamente mantenendone l'anonimato.
Essa non solo ha accertato gli abusi, ma sembra che tra i 400 abusati, tredici si siano suicidati. Emerge inoltre dal testo, che dopo le dimissioni forzate, del Vescovo di Bruges, la commissione fu sommersa da tantissime denunce. Nel rapporto, inoltre, si chiede il rispetto per le vittime, e alla chiesa quello di sottoporsi a giudizio e di non nascondersi.
La chiesa cattolica è rappresentata da individui che sono per lo più imprenditori di se stessi e della ricchezza che riescono ad accumulare. Sono ben lontani dall'aiutare chi sta loro intorno. Molti tra essi scelgono il sacerdozio per nascondere la loro omosessualità, nonostante viviamo un'epoca in cui l'omosessualità non è più un tabù. Davanti a tanta crudeltà, come non si può perdere la fede?
A tal proposito mi preme citare uno stralcio del romanzo di Alessandro Baricco, "Emmaus", nel quale l'audace scrittore denuncia gli abusi subiti dal prete, e come tutti tacessero.
«È un habitat assurdo, fatto di dolore represso e quotidiane censure. Ma noi non possiamo accorgerci di quanto sia assurdo perché come rettili di palude conosciamo solo quel mondo, e la palude è per noi la normalità. Per questo siamo in grado di metabolizzare incredibili dosi d'infelicità scambiandole per il doveroso decorso delle cose: non ci sfiora il sospetto che nascondiamo ferite da curare, e fratture da ricomporre. Allo stesso modo ignoriamo cosa sia lo scandalo, perché ogni devianza tradita da chi ci sta attorno, la accettiamo d'istinto come un'integrazione solo in attesa della normalità. Così, ad esempio, nel buio dei cinema parrocchiali, abbiamo sentito la mano del prete senza provare rabbia, ma cercando di dedurre in fretta che evidentemente le cose stavano così, i preti appoggiavano la mano lì- non era neanche il caso di parlarne a casa. Avevamo dodici e tredici anni».
La chiesa è marcia come lo sono le Istituzioni e gli uomini che le rappresentano. Che cosa meravigliosa sarebbe se il Vaticano facesse un po’ di pulizia, espellendo chi ha commesso tali soprusi. La giustizia terrena (se c'è) deve fare il suo corso, anche se ciò dovesse significare infrangere le regole dei Patti Lateranensi, perché le vittime hanno diritto ad avere giustizia, pure se morale. È giusto che chi ha sbagliato paghi, e i preti non ne sono immuni.
Nessun commento:
Posta un commento